Modello del Sepolcro di Cristo

Modello del Sepolcro di Cristo
Chiesa di San Pancrazio
 

Ingresso ex chiesa San Pancrazio, oggi Museo Marino Marini

La devozione alle sacre vestigia dell'universal Redenzione, e specialmente al Santo Sepolcro, che si conserva, come rimprovera il nostro Petrarca, in man de' Cani a Gerusalemme (1), è stata sempre grande nella Cristianità; ma specialmente nei pietosi petti dei Fiorentini. Si è seguitato a predicar Crociate in Firenze, e raccor danari a questo oggetto, sino al 1464 meno, in cui si trova esserne stata predicata una dal Cardinal Forteguerri (2).
Lascio di esaminare adesso, se vero sia ciò che alcuni anno scritto, che Pazzo de' Pazzi militasse sotto Goffredo Buglione in quella celebre Crociata, la quale servì di argomento al Poema del Tasso, e che egli piantasse il primo sulle mura della Santa Città il vessillo Cristiano. Ne voglio neppure esaminar se sia vera la grande idea di Ferdinando I, di guadagnar per sorpresa e con l'intelligenza di un certo Bassà quà venuto circa il 1603, quella stessa adorabile Reliquia, e collocarla nella magnifica Cappella dietro al Coro di S. Lorenzo.

 

La Cappella del Santo Sepolcro


Innanzi a lui, Giovanni di Paolo Rucellai, Cittadino facoltoso e di genio grande, persuadendosi della difficoltà dell'acquisto di siffatto tesoro, procurò che se ne vedesse in Firenze almeno la copia nella sua Parrocchia . Il commercio de' Fiorentini con il Levante era allora ordinario, e pero gli fu agevole il mandarvi un suo domestico, acciocché ne portasse il disegno, largo braccia tre, lungo quattro e cinque sesti, e alto dal centro della volta sino al piano, quattro e mezzo. Avute il Rucellai le misure, si servì del suo favorito Architetto Leon Batista Alberti, il Vitruvio Fiorentino, per collocarne la mole, ed immaginarne gli ornati esteriori, come si vede, di marmi bianchi e neri in mezzo ad una Cappella di solida Architettura in questa antichissima Chiesa.
Intorno al fregio esteriore del detto Sepolcro si leggono le seguenti lettere:
 

Yhesum Quaeritis Nazarenum Crucifixum ,

Surrexit Non Est Hic . Ecce Locus Ubi Posue-

runt Eum.
 

Sulla piccola porta che introduce nell' interno del Sepolcro si legge quest'altra epigrafe:
 

Iohannes Rucellarius Pauli Fil. Ut Inde
Salutem Suam Precaretur Unde Omnium
Cura Christo Facta est Resurrectio Sacellum
Hoc Ad instar Hyerosolimitani Sepulcri
Faciundum Curavit MCCCCLXIII
 

Poco distante dalla stessa porticella sul pavimento osservasi un dado di marmo bianco, come si trova al Sepolcro di Gerusalemme, per indicare dice il P. Richa, l'apparizione dell'Angelo alle pie donne seguaci del Salvatore. Secondo l'avviso però del sig. Giovanni Mariti, che à stampato con tanto credito i suoi Viaggi di Levante, è questo un sasso che si trova in quei paesi davanti a tutti i sepolcri antichi degli Ebrei, e servir doveva di riposo all' altro gran sasso, con cui chiudevasi la porta del medesimo, nel!'atto di aprirlo, e per facilità più grande di richiuderlo.

 

Il tempietto di Leon battista Alberti


Il medesimo sig. Mariti ha favorito ragguagliarmi, che le misure interne di questo sepolcro di S. Pancrazio, corrispondono esattamente a quello dell'originale, solo che si avverta, che la pietra che serve da altare, e su cui riposò il corpo del Salvatore, dovrebbe esser prolungata da una parte all' altra della parete. Quanto poi all'esterno, niente vi corrisponde, dovendo piuttosto rappresentarsi siccome il Callotti ne diede il disegno in una Relazione de' Luoghi Santi già pubblicata dal P: De Amico (3).

(1) Francesco Petrarca, Trionfo, 1358 - 1374.
(2) Niccolò Forteguerri (Pistoia, 7 ottobre 1419 – Viterbo, 21 dicembre 1473) è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano.​
(3) Per quanto la fabbrica che constituiva la Chiesa, e monastero di S.Pancrazio abbia mutato faccia e destinazione; questo monumento è stato preservato nel luogo ove ha sempre esistito, mediante le premure dell'attuale Sig. Cav. Giuseppe Orazio Rucellai, che tuttora ne gode lo Ius-patronato

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