La Madonna dell'Impannata di Raffaello
Il dipinto in questione è un'opera ad olio su tavola di Raffaello Sanzio, datata tra il 1513 e il 1524. Attualmente è esposto nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Quest'opera d'arte fu commissionata da Bindo Altoviti, un ricco banchiere, come riportato da Vasari. Durante l'era napoleonica, fu trasferita a Parigi ma fece ritorno in Italia nel 1815.
Il quadro raffigura una sacra conversazione, in cui la Madonna offre teneramente il piccolo Gesù Bambino all'anziana Santa Elisabetta. In secondo piano, è possibile notare una probabile rappresentazione di Santa Caterina che mostra affetto e familiarità verso Gesù. Nell'angolo in basso a destra, troviamo un vivace San Giovannino, l'unico personaggio che guarda direttamente l'osservatore. La disposizione delle figure ruota attorno a Gesù, il fulcro centrale della composizione.
L'atmosfera intima del quadro è ulteriormente accentuata dalla presenza in background di un'impannata, un comune rivestimento delle finestre delle abitazioni private dell'epoca. Poiché il vetro era considerato un materiale prezioso destinato alle chiese, nelle case veniva spesso sostituito da teli impermeabilizzati con una sostanza a base di vischio. Questa caratteristica peculiare conferisce il nome all'opera.
Opera di carta modellata, mostra chiare influenze da Donatello e Michelangelo, con una dolce intesa tra Vergine e Bambino.
Il dipinto di Botticelli è drammatico e religioso, influenzato da Savonarola, con contrasti di luce e ombra, con una forte nota di classicismo.
"Tondo Corsini" di Filippino Lippi: Madonna, Bambino, san Giovanni e angeli in una scena rinascimentale.
Un'opera rinascimentale veneziana ispira Lotto a dipingere una Venere, simbolo di amore e fertilità, ricca di dettagli e simbolismi.