Il Tabernacolo dei Tieri

Il tabernacolo dei Teri, un angolo sacro nel cuore pulsante di Firenze, risuona ancora con l'eco di un passato ormai lontano. Situato nella storica via degli Zuffanelli, ribattezzata poi via del Campidoglio, questo piccolo santuario votivo sorgeva maestoso all'incrocio con via delle Stelle, oggi conosciuta come via dei Pescioni. Era un luogo intriso di devozione, dove i passanti si fermavano per un momento di riflessione davanti alla raffigurazione della Madonna col Bambino e santi, un affresco che ha attraversato secoli di storia.
La via dei Zuffanelli, conosciuta anche come via dei Teri per la famiglia che vi possedeva numerosi edifici, era un tempo anche chiamata della Vergine Maria dei Teri, in onore proprio di questo venerato tabernacolo. Collocato di fronte alla dimora più imponente dei Teri, l'edicola votiva era un fulcro di spiritualità e arte. L'affresco, realizzato forse originariamente da Taddeo Gaddi nel Trecento, era visibile dalla strada attraverso uno sportello riccamente intagliato e dorato, che portava lo stemma del Lion Bianco della famiglia Teri.
Agli inizi, il tabernacolo mostrava solamente la Madonna col Bambino, ma nel Quattrocento, Sebastiano Mainardi aggiunse le figure di San Nicola e San Michele, arricchendo la narrazione visiva di questa opera sacra. Guido Carocci, nei suoi studi, riuscì a vedere solo la parte centrale dell'affresco, ignorando le figure aggiuntive che lo circondavano.
Sotto l'affresco, un inginocchiatoio di semplice pietra serena offriva un luogo per la preghiera, sormontato da un monte a tre cime con una croce, simbolo del Calvario. Ma con il susseguirsi degli anni e il progresso che non conosce pietà, il tabernacolo subì la dura legge del cambiamento e della speculazione edilizia che, come oggi, distrugge il tessuto sociale di una città solo per soldi. Verso il 1890, fu demolito nell'ambito dei lavori di Risanamento del Mercato Vecchio, un progetto che trasformò il volto della città ma che comportò anche la perdita di queste memorie storiche.
Dopo la demolizione, i resti del tabernacolo furono spostati e conservati in modi diversi: l'inginocchiatoio trovò una nuova casa nel corridoio della Foresteria del Museo di San Marco, mentre la cornice di pietra fu ricollocata nel 1955 su un edificio a Montughi. Il dipinto rimase nei depositi del museo, ma insieme allo sportello e alla tettoia di protezione andarono perduti, dispersi nelle pieghe del tempo.
Oggi, una lapide alla base della cornice ricorda ancora a chi passa di alzare lo sguardo e leggere: «Regina / Advocata Nostra / Ora pro nobis», un muto invito a ricordare e a riflettere su ciò che fu, un tempo, un angolo di fede e bellezza nel cuore di Firenze.

Si intravede il Tabernacolo dei Tieri in Via dei Pescioni all'incrocio con via degli Zuffanelli
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