La Roccaccia di Montevitozzo

La Roccaccia di Montevitozzo a Sorano, Grosseto, situata a un'altitudine di 950 metri sul livello del mare, era precedentemente conosciuta come Rocca Tédula. Questo nome è menzionato in una bolla papale del 5 aprile 1188 di Papa Clemente III, in cui si raccomandava ai canonici di Sovana il dominio ecclesiastico sulla Chiesa di S. Croce di Montevitozzo insieme a tutte le sue pertinenze e redditi, nonché sulla Rocca Tèdula con la chiesa e i suoi redditi.
Il termine "Tèda" derivante dal latino indica un materiale resinoso resistente al vento che veniva utilizzato per l'illuminazione notturna. La Rocca Tèdula, situata in una posizione ben visibile, aveva probabilmente il compito di segnalare e inviare messaggi, utilizzando torce, alle fortificazioni amiche con cui era collegata.
Il nome "Tèda" nella bolla papale fa pensare che inizialmente la Rocca fosse poco più di un fortilizio, ma i ruderi mostrano che successivamente subì ricostruzioni ed espansioni. La sua posizione strategica su una cima rocciosa e scoscesa la rendeva un luogo ideale per la vita nel Medioevo. Da lì si poteva dominare l'intero territorio circostante, prevedere gli attacchi improvvisi dei nemici e difendersi meglio grazie alla naturale asperità del terreno.
Le mura della Rocca Tèdula, costruite in filaretto, presentano uno spessore variabile tra 80 e 130 centimetri. La pianta della fortificazione aveva la forma di un trapezio molto lungo e irregolare, adattandosi alle caratteristiche del terreno su cui sorgeva.
La Rocca Tèdula potrebbe aver avuto una o addirittura due cinte murarie all'interno delle quali poteva essere situata la chiesa, sebbene la sua ubicazione esatta non sia nota. Tuttavia, non è escluso che la chiesa fosse ubicata nella borgata dei Marcelli, sia perché la Rocca aveva una sua comunità con territorio, sia perché nel 1200 esisteva una chiesa intitolata a San Marco.
Per diversi secoli, la Rocca Tèdula conservò il suo nome, e alla fine del 1500 diede il nome anche al fosso di Fontetèdula, che potrebbe corrispondere all'attuale Fosso del Molino, e a una fonte lungo il suo percorso, presumibilmente la fonte delle Capannelle.
In passato, si è ipotizzato che la Rocca fosse il sito del paese, ma la bolla papale dimostra che i due toponimi, Rocca Tèdula e Montevitozzo, esistevano contemporaneamente già nel 1188.

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