Il culto di Santa Reparata

Il culto di Santa Reparata nel Medioevo.
A Firenze, Santa Reparata ha dato il nome all'antica cattedrale, la Chiesa di Santa Reparata, sostituita successivamente da Santa Maria del Fiore a partire dal 1296.

Prima della metà del IX secolo, non si riscontra alcuna traccia del culto di Santa Reparata. Il suo nome compare per la prima volta nell'8 ottobre del "Martirologio di Beda", un manoscritto proveniente dall'abbazia di Lorsch, nella regione di Würzburg, attualmente noto come "Palatino Latino 833" della Biblioteca Vaticana.
Tuttavia, la sua popolarità doveva essere diffusa, considerando il gran numero di versioni della sua "Passio" pervenute da diverse regioni dell'Occidente medievale. In particolare, in Italia, Santa Reparata gode di grande fama e devozione, soprattutto a Firenze, Atri, Napoli e Chieti.
Il "Martirologio Romano" del 8 ottobre riporta il martirio di Santa Reparata a Cesarea di Palestina, sotto l'imperatore Decio. La Santa, vergine e martire, subì diverse torture per aver rifiutato di sacrificare agli idoli, e infine fu uccisa con un colpo di clava. Si narra che la sua anima lasciò il corpo e salì al cielo sotto forma di colomba.
Al di là di ciò, non vi sono ulteriori informazioni, neanche da parte di Eusebio di Cesarea (1), il quale era a conoscenza dei tormenti inflitti ai cristiani durante la persecuzione di Decio (2). È stato ipotizzato che Santa Reparata sarebbe stata martire nella sua città episcopale, e quindi Eusebio avrebbe dovuto conoscere la sua storia.
Nel corso del tempo, Santa Reparata è stata confusa con altre sante martiri dagli studiosi. Tuttavia, è stata oggetto di rappresentazioni artistiche in poche ma significative opere, realizzate da artisti come Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano e Domenico Passignano, tutte a Firenze.

(1) Eusebio di Cesarea (265-340 circa) fu vescovo, scrittore greco antico e consigliere di Costantino I. Venerato come santo dalla Chiesa ortodossa siriaca.
(2) Gaio Messio Quinto Traiano Decio (201-251) fu imperatore romano dal 249 alla sua morte nel 251, avvenuta nella battaglia di Abrittus insieme al figlio Erennio Etrusco, regnando per soli due anni.

Sinistra, Arnolfo di Cambio, 1300/1310 - Destra, Andrea Pisano, XIV secolo.
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