Uno scrittore a Firenze

Dmitrij Sergeevič Merežkovskij
Professione: scrittore, critico, pensatore.
Tra tutte le città italiane quella che più attira lo scrittore è Firenze:
"non riesco a pensare ad altro che a Firenze. Ne sono innamorato come di una donna, e non è forse davvero una donna, una Monna Lisa? (....) So che Venezia è incantevole, ma amo più Firenze, perché mi appare bella. È grigia, scura e molto semplice e indispensabile. Venezia potrebbe anche non esserci, ma che ne sarebbe di noi, se non ci fosse Firenze?" (lettera a Percov del 20.9.1897).
In una lettera all'amico P. P. Percov da Firenze (6 aprile 1896 - Hôtel de Milan) racconta di aver visitato Vinci e di aver passeggiato nei luoghi in cui Leonardo "per la prima volta aveva visto il mondo di Dio". Il poeta descrive questo viaggio nel resoconto Selenie Vinči.
Narra di aver conosciuto a Firenze il prof. Gustavo Uzielli e di avergli fatto visita nella sua villa sulla strada per piazzale Michelangelo, da cui si gode la vista di tutta la città:
"Firenze, piccola, di colore omogeneo, grigio-scuro, sotto la nebbia color ametista del sole sembrava non una città, cioè un agglomerato di case separate, ma un unico essere vivente. Fine e leggera, a malapena distinguibile e ugualmente grigia, si ergeva la torre di Palazzo Vecchio. Non c'era nessuna macchia chiara, da nessuna parte risplendeva l'oro di una croce".

 

Dmitrij Sergeevič Merežkovskij è stato uno scrittore russo nato a San Pietroburgo il 14 agosto 1865 e morto a Parigi il 9 dicembre 1941. Merežkovskij è noto per essere stato uno dei fondatori del simbolismo russo. La sua opera è caratterizzata da un forte impianto mistico e teologico, e si propone di illustrare con esempi storici il cammino dell’umanità verso il futuro “regno dello spirito”, sintesi di paganesimo e di fede cristiana. Tra le sue opere più famose, spicca la trilogia “Il Cristo e l’anticristo”, composta dai romanzi “Giuliano l’Apostata, o la Morte degli dei” (1896), “Leonardo, o la Resurrezione degli dei” (1901) e “Pietro e Alessio o l’avvento dell’Anticristo” (1905). In quest’opera, Merežkovskij descrive l’antitesi tra la concezione della santità della carne e della sacralità dello spirito. Merežkovskij era anche un critico letterario e vedeva in autori come Dostoevskij e Tolstoj dei precursori della rigenerazione universale. Inoltre, assieme alla moglie, la poetessa Zinaida Gippus, raccolse intorno a sé i seguaci delle nuove correnti estetiche e filosofiche. Dopo la rivoluzione del 1905, Merežkovskij divenne un oppositore del regime sovietico e, a partire dal 1920, visse in esilio.

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