Il cavadenti ciarlatano

Il dentista ciarlatano
di Giuseppe Conti

"[...] Ma il più caratteristico, il più curioso, era il famoso dentista Trentuno. Egli faceva il suo ingresso trionfale in Piazza del Granduca sopra un cavallo piuttosto arrembato, seguito dal figliuolo, pure a cavallo, e carico di borse di pelle portate a tracolla, piene degli istrumenti necessari a quella specie di tortura.
Il vecchio Trentuno, stando sempre sul suo ronzino, cominciava a predicare contro il male dei denti come se fosse stato un nemico visibile, facendo una grande impressione sui disgraziati che gli facevano cerchio, e che aspettavano a gloria che l'insigne professore si degnasse di levarglieli magari anche tutti, facendo un pianto e un lamento per non soffrir più.

Il circolo che facevano intorno a Trentuno quei poveretti con una gota gonfia, col viso acceso fasciato dalla pezzuola, era dei più strani. Se non si fosse veduto su quei visigoti del dente, l'espressione d' un acuto dolore, ci sarebbe stato da ridere, tanto erano curiose le loro smorfie, e il desiderio che si leggeva ad essi negli occhi, di uscir presto da quel tormento.
Dopo la sua arringa, l'egregio dentista che pareva Pietro l'eremita quando bandiva la crociata, si faceva avvicinare il figliuolo che senza smontar da cavallo neanche lui, gli porgeva i ferri, e quindi al primo contadino più coraggioso che si presentava, gli faceva appoggiare senza tanti complimenti il capo sulla sua coscia, e in un batter d'occhio, gli levava un dente che spesso pur troppo.... non era quello malato!
C'erano alcuni che cacciavano un urlo tale, da svegliare perfino il povero cavallo che destato così di soprassalto faceva uno scossone tanto forte, da buttare quasi in terra anche il paziente.
Nell'estate poi, quando le mosche davan noia all'indomito destriero, questo se le scacciava con la coda, un codone lungo che gli toccava terra, mettendo spesso i crini negli occhi a quei disgraziati, che per levarsi un male inciampavano in un altro peggiore. [...]"

Tratto da Giuseppe Conti, Firenze vecchia storia, cronaca aneddotica, costumi (1799-1859), Firenze, 1899

Altri articoli
Due Cuori e il Ponte
Due Cuori e il Ponte

In un tramonto arancione sul Ponte Vecchio, Elena e Marco si incontrano, scoprendo un'intesa profonda e una passione fugace.

Gli Spazzaturai
Gli Spazzaturai

La pulizia delle strade, finché poi non fu data in appalto, si faceva dai forzati, che con la catena al fianco, legati a coppia...

Un poema goliardico toscano
Un poema goliardico toscano

Parodia umoristica di un processo a un presunto prete pedofilo, usa nomi ironici per personaggi come Don Sculacciabuchi e On. Inculatti.

Giuseppe Conti racconta: Borgo la Croce
Giuseppe Conti racconta: Borgo la Croce

Bella ed elegante immagine del 1900/20 di Borgo la Croce.