Crocifisso di Ognissanti

Chiesa D'Ognissanti a Firenze.
"Giotto adornò la cappella dei Frati Umiliati di Ognissanti a Firenze con un ciclo pittorico che comprendeva quattro tavole, tra le quali spicca la Madonna con molti Angeli e il Figlio in braccio, insieme a un imponente Crocifisso in legno..." 
Questo è quanto Vasari ci tramanda sulle opere di Giotto realizzate per Ognissanti: la celebre Maestà (ora agli Uffizi) e il Crocifisso. 
Dipinto tra il 1310 e il 1320, il Crocifisso fu commissionato dagli Umiliati per svolgere un ruolo centrale nel rito liturgico, segnando il punto di convergenza tra il sacro e il profano. Ora, dopo essere stato ricollocato nella Cappella dei Caduti del transetto sinistro, esso rievoca la sua antica posizione, sospesa tra terra e cielo, simbolo del mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Giotto, con maestria senza pari, conferì al Crocifisso un'aura magnetica, capace di attrarre lo sguardo e l'anima dell'osservatore, suscitando riflessioni profonde sul significato della croce e dell'umanità di Cristo. Attraverso la sua opera, Giotto segna una svolta nell'arte occidentale, riconfigurando l'iconografia tradizionale e dando risalto alla figura umana.
Il Crocifisso, pur conservando lo splendore dell'icona, assume una dimensione umana e divina, incarnando la sofferenza e la maestà di Cristo in modo straordinario. Questo messaggio visivo, in contrasto con l'eresia del catarismo, sottolinea l'importanza e la dignità del corpo umano, ribadendo il valore salvifico del sacrificio di Cristo. Oggi, in un'epoca segnata dalla negazione del corpo e dalla ricerca dell'ego, la Croce rimane il simbolo supremo della redenzione e della comunione con Dio. Attraverso lo sguardo attento di Giotto, la Croce ci interpella e ci invita a riflettere sul mistero dell'amore divino incarnato nella sofferenza e nella gloria di Cristo.

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