Madonna del Perdono
Un tondo di devozione: La spiritualità nella Madonna.
La Madonna del Perdono al Museo dell'Opera del Duomo Siena è un'opera attribuita a Donatello, conservata nel Museo dell'Opera del Duomo. Realizzata in marmo con intarsi di vetro blu, è datata tra il 1457 e il 1459. L'opera proviene dalla distrutta porta del Perdono del Duomo di Siena, demolita nel 1660 per fare spazio alla Cappella della Madonna del Voto di Bernini.
La scultura raffigura la Madonna col Bambino circondata da quattro cherubini all'interno di un tondo. Si ritiene che Donatello abbia realizzato l'opera direttamente a Siena, dove si era trasferito in tarda età nel 1457 per lavorare al progetto mai completato delle porte bronzee per il Duomo.
Lo stile dell'opera è caratterizzato da un rilievo piatto, con la Madonna che appare maestosa mentre tiene il Bambino in braccio, e i cherubini sullo sfondo sono appena visibili a causa del basso rilievo. La scultura presenta correzioni ottiche legate al punto di vista, tipiche dello stile di Donatello: il bordo superiore del tondo sembra essere sfondato con inserti di vetro, creando un effetto illusorio di tridimensionalità che può essere apprezzato dal punto di vista di chi entra dalla porta. Anche nel museo, l'opera è esposta inclinata per accentuare questo effetto.
Il volto della Madonna è dolce e malinconico, preannunciando il destino doloroso del figlio, come si può notare anche in altre opere famose del maestro, come la Madonna Pazzi. I cherubini, dal designo più semplice, potrebbero essere opera di un collaboratore.
I quadri attribuiti a Alesso, come "Nozze di Canaan" e "Battesimo di Cristo," riflettono un giovane artista influenzato dall'Angelico.
L'affresco "Cristo nutrito dagli angeli" di Giovanni da S. Giovanni, realizzato nel 1616, è considerato l'"Apoteosi di Firenze".
La forma circolare era tipica di opere appese nelle anticamere o nelle camere da letto, il che farebbe pensare a un'opera per la devozione privata.
Questa scultura rappresenta una figura femminile nuda con eleganza e precisione, dimostrando la versatilità artistica di Giambologna.