Putto col Delfino
La fusione di bellezza e movimento
La scultura "Putto col delfino" (conosciuta anche come "Spiritello con pesce") è un'opera realizzata da Andrea del Verrocchio, uno scultore e pittore italiano del Rinascimento, nel XV secolo. Questa scultura rappresenta un putto, un bambino alato, che tiene un delfino tra le mani e potrebbe essere un richiamo alla simbologia associata a questa creatura marina, come intelligenza, agilità o simbolismo religioso. Il delfino sembra dimenarsi e avvolgersi intorno al busto del putto, creando un senso di interazione e connessione tra i due.
Il putto è raffigurato completamente nudo, evidenziando la sua figura angelica e giovanile. Si trova in una posizione di equilibrio sulla sua gamba sinistra, mentre la gamba destra è leggermente piegata. Il corpo del putto assume una lieve torsione verso sinistra, creando un movimento visivo che coinvolge l'osservatore.
Il volto del putto è quello di un bambino, con lineamenti dolci e un'espressione molto felice. Un ciuffo di capelli ondulati si erge al centro della sua fronte, conferendo un tocco di vivacità e movimento.
Andrea del Verrocchio cattura l'armonia tra il mondo umano e quello naturale, con il putto che rappresenta l'innocenza e la gioia, mentre il delfino simboleggia la vita acquatica, ed esprime un senso di bellezza, equilibrio e serenità, caratteristici dell'estetica rinascimentale.
a Palazzo Vecchio a Firenze
L'opera di Cecioni raffigura un'intera sequenza, con il bambino forse alla fine preserva il suo pane e forse va a giocare con i suoi amici.
Carradori creò contemporaneamente la statua "Caino e Abele", ora anch'essa nella Galleria Palatina, come pendant a questa opera.
L'opera mostra l'influenza di Filippo Lippi nell'impostazione della struttura ma le forme appaiono ormai con atteggiamenti più complessi.
La croce d'altare latina, attribuita a Giambologna, mostra un crocifisso con Cristo "patiens".