San Giorgio e il Drago, restaurato

Tabernacolo di San Giorgio e il Drago
in via dei Pepi angolo via dei Pilastri
 

Al Canto di Sant'Anna, in angolo con via dei Pilastri, il tabernacolo mostrava Maria bambina con sant'Anna tra i santi Francesco e Domenico, così ci dice Guido Carocci in I tabernacoli di Firenze in cui si legge:" è un affresco del XVII secolo e rappresenta Sant'Anna, in piedi dietro alla Vergine che tiene in grembo il Bambino Gesù. Ai lati stanno inginocchiati San Francesco e San Domenico". Il dipinto era affiancato da uno stemma con la colomba dello Spirito Santo e uno con un puttino in fasce dello Spedale degli Innocenti.
Le ormai esili tracce del dipinto furono coperte nel 1954  da un'opera (vedi foto) del pittore Angelo La Naia (1) che raffigurò stesso soggetto, Sant'Anna con la Vergine Bambina, secondo una libera interpretazione dell'artista. Purtoppo l'acqua dell'Arno lo danneggiò durante l'alluvione del 1966. Tolta dal tabernacolo, la modesta pittura non vi è più ritornata . Secondo il Guarnieri il dipinto venne collocato nei depositi delle Oblate in via dell'Oriuolo, ma oggi, dopo il cambio di destinazione di tutto il complesso, è lecito chiedersi se non sia stato perso. Una domanda senza risposta, non credete?

 

Dipinto di Angelo La Naia

 

Al posto dell'opera di La Naia venne collocato il dipinto che rappresenta San Giorgio e il Drago, tavola a tempera di Mario Scalini del 1983 (2). Questa pittura la vedo da oltre quarantanni, perciò potete immaginare la mia sorpresa, e anche lo sconforto, quando un pomeriggio, mentre passavo di lì dopo essere andato a degli eventi molto interessanti alla Sinagoga di via Farini, trovo il tabernacolo vuoto.

 

Dopo la sorpresa iniziale mi viene in mente tutto ciò che di brutto può capitare ad un tabernacolo: la caduta, un atto di vandalismo oppure la possibilità che, dato lo stato di degrado in cui versava, fosse stato tolto.Ho pensato anche a cose assurde come i fulmini, un meteorite oppure un attacco terroristico, ma non ho pensato, chissà come mai, a l'unica cosa verosimile nonché plausibile e cioè il restauro sia del dipinto che del tabernacolo. E così è stato. Meno male.

Il dipinto non è certo un capolavoro, ma con tante brutture che oggi vediamo nel centro storico il "mio" San Giorgio e il Drago di via dei Pepi non disturba per niente.

È affascinante scoprire che quarant'anni fa il Professor Mario Scalini, all'epoca giovane Curatore storico dell'arte al Museo Stibbert, abbia dipinto la tavola raffigurante San Giorgio e il drago. Ancora più interessante è il fatto che abbia donato quest'opera al gestore della sala da tè Mago Merlino Tea House, il proprietario dello stabile situato in via dei Pepi dove il tabernacolo è stato collocato.

Questa storia dimostra il legame tra l'arte, la generosità e il desiderio di arricchire la vita culturale e artistica della comunità. L'atto di donare l'opera a un luogo pubblico come un tabernacolo testimonia l'importanza dell'arte come mezzo di espressione e comunicazione nella nostra società. È anche un esempio di come le persone possano contribuire in modo significativo all'arricchimento del patrimonio culturale della loro comunità.

(1) Angelo La Naia, nato ad Adrano (Catania) il 14 novembre 1894 - morto a Firenze il 16 giugno 1968 
(2) Professor Mario Scalini, già direttore della Pinacoteca Nazionale di Siena e poi del Polo Museale dell’Emilia Romagna, dirigente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, studioso di storia medioevale e rinascimentale esperto di armature antiche e organizzatore di mostre e convegni a livello nazionale e internazionale.

 

San Giorgio e il Drago prima del restauro

 

 

 

San Giorgio e il Drago dopo il restauro
Il Tabernacolo San Giorgio e il Drago in una foto del 5 ottobre 2023
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