Epitaffio sul sepolcro di Dante Alighieri

Epitaffio sul sepolcro di Dante Alighieri
di Giovanni del Virgilio


Tratto da Ludovico Frati e Corrado Ricci, Il sepolcro di Dante, documenti raccolti, Bologna, Premiato Stab. Tip. Succ. Monti, 1889


EPITAFFIO DI GIOVANNI DEL VIRGILIO

THEOLOGVS DANTES NVLLIVS DOGMATIS EXPERS
QVOD FOVEAT CLARO PHILOSOPHIA SINV
GLORIA MVSARVM VVLGO GRATISSIMVS AVCTOR
HIC LACET ET FAMA PVLSAT VTRVMQVE POLVM
QVI LOCA DEFVNCTIS GLADIIS REGNVMQVE GEMELLIS
DISTRIBVIT LAICIS RHETORICISQVE MODIS
PASCVA PIERIIS DEMVM RESONABAT AVEXIS
ATROPOS UEV LAETVM LIVIDA RVPIT OPVS
HVIC INGRATA TVLIS TRISTEM FLORENTIA FRVCTVM
EXILIVM VATI PATRIA CRVDA SVO
QVEM PIA GVIDOXIS GREMIO RAVENNA NOVELLI
GAVDET HONORATI CONTIXVIS.SE DVCIS
MILLE TRECENTENIS TER SEPTEM NVMINIS ANNIS
AD TVA SEPTEMBRIS IDIBVS ASTRA REDIT.


"Theologus Dantes ecc. Giovanni del Virgilio bolognese, che fu amico di Dante ed ebbe con lui comspondenza poetica, fu certo de' primi ad accogliere l'invito di Guido Novello da Polenta (1), che, per avere un epitaffio degno della tomba dantesca, si rivolse a quanti di quel tempo erano in poesia solennissimi in Romagna (2).
L'epitaffio Theologus Dantes ecc. dettato da Giovanni non fu mai inciso sull'arca di Dante, perchè Guido Novello (andato poco dopo la morte del poeta a Bologna come capitano del popolo) non potè rientrare in Ravenna assoggettata per tradimento da Ostasio da Polenta (3). Nell'edizione muratori ana delle storie di Giovanni Villani si legge che l'epitaffio Theologus Dantes ecc. fu inciso sul marmo dopo a certo tempo (4). Gianozzo Manetti (5) segui questa testimonianza (6) e pare che l'abbiano seguita anche Filippo Villani (7) e Benvenuto da Imola (8) scrivendo (senza però riprodurne parola alcuna) che l' epitaffio scolpito nell'arca fu quello di Giovanni del Virgilio. Però non si può negar fede al Boccaccio, che, andato più volte a Ravenna fra il 1346 e il 1367, assevera l'epitaffio virgiliano non essere mai stato inciso sul sepolcro. Mentre infatti si trova che alle parole del Boccaccio corrispondono perfettamente quelle dell'anonimo che scrisse a Bernardo, autore dell'epigrafe Iura Monarchiae,​ 
 

Vostro si pio ufficio offerto a Dante
Tanto aspettato già;


s'avverte anche come il codice Recanati seguito dal Muratori per le storie di Giovanni Villani, sia stato, proprio per la notizia dell'epitaffio virgiliano, interpolato da un tardo amanuense (9). Resta adunque che al solo Boccaccio ne dobbiamo la conservazione, e che direttamente o indirettamente fu sempre riprodotto dalla sua Vita di Dante.



(1) Guido Novello da Polenta (1275 circa – 1333) fu un nobile e poeta italiano, podestà della città di Ravenna dal 1316 al 1322. Viene principalmente ricordato per essere stato il mecenate di Dante Alighieri, che morì proprio a Ravenna sotto il governo di Guido Novello​
(2) Boccaccio, Vita di Dante pp. 32 e 33. — L'edizione de' libri, di cui si fa semplice citazione, risponde a quella registrata nel Saggio bibliografico per la storia del sepolcro di Dante pubblicato in questo volumetto da pag. 133 a pag. 152. Degli altri, non compresi in quel Saggio.
(3) Ostasio I da Polenta (... – Ravenna, 14 novembre 1346) è stato un nobile italiano. Fu signore di Ravenna dal 1322 fino alla sua morte.​
(4) Ber. ital. script. T. XIII, pag. 4 e col. 507. Milano, 1728.
(5) Giannozzo Manetti (Firenze, 5 giugno 1396 – Napoli, 27 ottobre 1459) è stato uno scrittore, filologo e umanista italiano, significativo esponente del primissimo Rinascimento letterario, oltre che un uomo politico e diplomatico.​
(6) Vita Dantis, p. 50.
(7) Vita Dantis (Firenze, 1826).
(8) Comentum super Dantis Comoe- diam (Firenze 1887); V, 462
(9) Vittorio Imbriani, Sulla rubrica dantesca del Villani nel Propugnatore. — Tom. II, part. II (Bologna, 1879) p. 71 e Tom XIII, part. II. (1880) p. 187.
 


Epitaffio di Giovanni del Virgilio su Dante Alighieri

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