Galleria Palatina a Firenze

Galleria Palatina
 "quadreria" dei Granduchi di Toscana
 

Una delle più belle d'Italia; è divisa in 15 sale e contiene una miriaade quadri tutti pregevoli e molti sono veri capolavori dell'arte.
Le prime sette sale sono distinte col nome di una divinità, e gli affreschi che decorano le volte, quasi tutti alludono, con bassa cortigianeria, alle pretese virtù di Cosimo I.
Non farò che darvi il nome delle diverse sale poiché è inutile che io vi accenni il soggetto e l’autore dei quadri mentre i già menzionati cataloghi servono all’uopo meglio di qualunque guida.
1. Sala dell’Iliade. — Affreschi di Luigi Sabatelli. Gli stucchi e gli ornati sono di Marinelli.
2. Sala di Saturno. — Affreschi di Pietro da Cortona. Gli ornati in stucco furono disegnati da Cacialli ed eseguiti da Pampaioni e Mannelli. — Il più ammirabile quadro è la visione di Ezechiele di Raffaello Sanzio.
3. Sala di Giove. — Affreschi di Pietro da Cortona.
4. Sala di Marte. •— Affreschi del medesimo, In questa sala è la famosa Madonna della Seggiola, ed è inutile dirvi che non solo è il capolavoro di Raffaello, ma il più bel dipinto che vanti l’arte. É tale la soavità, l’armonia di questa composizione, che rapisce ed incanta.
5. Sala d’ Apollo. — Gli affreschi furono incominciati da Pietro da Cortona e terminati da Ciro Ferri. Un egregio dipinto è la Deposizione di Fra Bartolommeo.
6. Sala di "Venere. — Affreschi di P. da Cortona. Bassorilievi in stucco di C. Salvestrini.
7. Sala della educazione di Giove. — Affreschi di Catani. Un altro capolavoro del Sanzio improntato di una soavità celestiale, conosciuto sotto il nome di Madonna del Granduca.
8. Sala detta della Stufa. — Matteo Rosselli dipinse la volta e P. da Cortona le pareti. Due statue in bronzo rappresentanti Caino ed Abele. Furono modellate dal Dupré e fuse dal Papi. Io non voglio farne l'elogio onde non essere tacciato di soverchio amore ai miei concittadini. Esaminate e giudicate. Troverete qui presso una piccola stanza per bagno, disegnata dal Cacialli, ed ornata in stucchi dal Marinelli. Le statue nelle nicchie sono antiche.
9. Sala d’Ulisse. — Affreschi di G. Martellini.
10. Sala di Prometeo. — Le pitture del soffitto sono di Giuseppe Colignon. Nel mezzo di questa sala vi è una magnifica, ammirabile tavola in mosaico , che fu eseguito nel regio lavoratorio di pietre dure. Sotto la direzione di abilissimi ed intelligenti maestri, gli addetti a questo laboratorio v’impiegarono 15 anni per condurla a termine. La vaghezza del disegno, la scelta delle pietre, la studiata combinazione di alcuni colori, la finitezza del lavoro sono al di sopra di ogni elogio. Il piede​ su cui posa questa tavola, di forma rotonda, fu con molto intendimento modellato da Duprè e fuso in bronzo colla sua solita perfezione dal Papi.
Troverete inoltre in questa sala dei quadri bellissimi del Tintoretto, del Lippi, di Botticelli, del Pinturicchio, di Pontormo ed altri.
11. Corridore delle Colonne. — Dei quadri in mosaico, eseguiti anch’ essi nel R° Lavoratorio, rappresentano degli antichi edifizj romani e sono pregevolissimi. Più una raccolta di piccoli ritratti, ma di ben pochi se ne conosce l'autore.
12. Sala della Giustizia. — Affreschi di Fedi. Lo stipo che è nel mezzo della sala è stato lavorato in Germania, e destinato a varj usi, ed ha nell’interno molti segreti nascondigli. — Le pitture sugli specchi in pietre dure sono dei fratelli Breughel.
13. Sala di Flora. — Il soffitto è dipinto da Marini, gli ornati sono di L. Bandi. — Vi sono quadri di Poussin, del Dolci, di Tiziano, di Wan Dych ec. — Il maggior pregio di questa sala è nella famosa Venere dovuta allo scalpello di Antonio Canova. Questa statua, conosciuta col nome di Venere italica ed anche Venere di Canova, rivaleggia colle più belle opere della scultura greca antica , tanto sono elette le sue forme, vaga la movenza, puri i contorni. E perdere inutilmente il tempo a lodare quest’opera che la fama ha celebrato in tutto il mondo.
 14. Sala dei Putti. — Il Marini condusse gli affreschi di questa sala. Vari quadri pregevoli ornano le pareti, di Poelembourg,
di Brill, di Buysdaèl, ma sopra tutti si ammira, e bene a ragione , il famoso quadro di Salvator Posa, conosciuto generalmente sotto il nome dei Quattro dei Filosofi.
15. Galleria Poccetti. — Gli affreschi dipinti in questa galleria da Bernardino Poccetti le hanno fatto dare il nome dell’autore. Molti altri quadri di merito distinto vi si osservano lungo le pareti.

Il nostro tour attraverso le gallerie si è appena concluso, eppure mi dispiace di non aver avuto la possibilità di discutere più approfonditamente molti dei quadri che abbiamo visto. O, per meglio dire, mi dispiace di non aver potuto dedicare a ciascuno di essi delle parole di elogio speciali. Ho scelto di non indirizzarvi personalmente verso l'ammirazione, ma di lasciare che le vostre menti e i vostri cuori sperimentassero spontaneamente quel dolce sentimento di venerazione religiosa che le creazioni sublimi del genio ispirano in ogni anima educata ai nobili affetti..
 
Tratto da Cavagna Sangiuliani di Gualdana, Antonio, conte, 1843-1913, Firenze in Tasca ovvero una gita di piacere all'capitale, Genova, fratelli Pellas, 1867
 

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