Chiesa di San Giuseppe

Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe a Firenze

Via San Giuseppe
(Via dei Malcontenti)
 

In principio, era solo un piccolo Oratorio, dove la Compagnia di San Giuseppe si riuniva. Questa confraternita esisteva già prima del 1405. Un'immagine della Vergine Maria dipinta su un pannello, che si trovava in un tabernacolo all'esterno dell'Oratorio, iniziò a compiere miracoli straordinari all'inizio del XVI secolo. Questo attirò molte persone a venerarla e consentì ai fratelli di raccogliere abbastanza offerte per costruire questa non molto grande ma elegante Chiesa, seguendo il progetto dell'architetto Baccio d'Agnolo.

La solenne inaugurazione di questa Chiesa, intitolata a San Giuseppe e alla Beata Vergine del Giglio (a causa di un giglio che la sacra immagine tiene in mano), avvenne il 19 maggio 1519. Fino al 1583, i membri della Compagnia di San Giuseppe mantennero il controllo di questa chiesa e degli edifici circostanti. Tuttavia, per accontentare le richieste di Bianca Cappello, la seconda moglie del Granduca Francesco I, decisero di cederla ai Padri Minimi di San Francesco di Paola. Questi trasformarono gli edifici in un comodo convento, che rimase attivo fino al 1784, quando fu chiuso. In quell'occasione, la chiesa fu designata come parrocchia, e il convento fu diviso in una canonica per il parroco e un ospizio per gli orfani di San Filippo Neri.

La Chiesa, preceduta da un piccolo cimitero raggiungibile tramite alcuni gradini, ha una facciata con colonne doriche e un frontone triangolare così architettonicamente intrigante che è difficile da descrivere. Tuttavia, va notato che non è stata progettata da Baccio d'Agnolo, ma da un architetto sconosciuto degli ultimi anni del secolo precedente. L'interno della chiesa ha una pianta rettangolare con una maestosa tribuna e tre cappelle simili su ogni lato, separate da graziosi pilastri corinzi. Sopra di essi c'è una cornice che non si addice al raffinato stile dell'ordine corinzio, anzi, sembra fuori luogo. Il resto della chiesa ha proporzioni armoniose e si integra bene con l'insieme e le sue parti. Gli affreschi sulla volta della navata, raffiguranti San Giuseppe in gloria, e quelli nella tribuna, che mostrano San Francesco di Paola portato in cielo dagli angeli, furono realizzati con abilità da Sigismondo Betti nel 1754.

 

— Fra questa cappella e la tribuna è situato un quadro di Francesco Bianchi, scolaro del Bilivert (174), che rappresenta un miracolo operato da San Francesco di Paola risuscitando un morto.
— Sussegue l'altar maggiore di marmo, con tabernacolo simile nel quale si conserva, chiuso da ricco sportello di argento, la devota immagine di Maria Santissima del Giglio, che fu cagione, come dicemmo in principio, della rinnovazione di questa chiesa. Nel coro oltre gli affreschi già menzionati co' quali è abbellita la volta, sono osservabili le manganelle o stalli di legno di noce, molto ben lavorati, che vi furono fatti dai Padri minimi di San Francesco di Paola.
— Seguitando il giro della chiesa troveremo fra la tribuna e la prima cappella che segue una tela dipinta da Francesco Bianchi (175), la quale esprime il prodigio dalia moltiplicazione del pane operato da San Francesco di Paola.
— La cappella che segue, dedicata alla Santissima Concezione di Maria, ha una dipintura che la rappresenta, d'Ignoto pittore e di poco merito.
— La seconda cappella dedicala a Sant'Anna ha una tavola antica e buona, ma assai mal condotta dal tempo, nella quale è rappresentala l'Annunziazione di Maria con i Santi Girolamo e Bastiano. In una delle pareti di questa cappella è apposto il deposito di marmo di Giovanni Neri, medico di Corte, che mori nel 1714,
ove si venera un devoto Crocifisso in rilievo, scolpito da Giovacchino Fortini a spese dell'auditore Giovanni Neri Bonaventuri (176).
— Finalmente l'ultima cappella ha un altare di pietra d'ordine corintio, ed una tavola antica appesa alla parete sinistra, rappresentante San Francesco di Paola che risana un infermo.
— Fra questa cappella e la porta d' ingresso alla chiesa è il monumento sepolcrale con busto di Anna Olivieri, dama Inglese morta in Firenze nel 1726, che fu scolpito da Giuseppe Grifoni col quale erasi unita in matrimonio dopo che ebbe abiurata la religione protestante (177).
 
(168) Firenze Ant. e Mod. , Tom. V , pag. 166.
(169) Idem. - Vasari, pag. 672.
(170) V. l'Articolo seguente N.° 23.
(171) Richa, T. I, del Quart. Santa Croce, pag. 186.
(172) Firenze Ant. e Mod. T. V, pag. 169.
(173) Vasari , Degli Accademici del Disegno , pag. 111.— Boughini, Il Riposo, T. III , pag. 146.
(174) Baldimjcci, T. XIV, pag. 51.
(175) Baldinucci, loco citato.
176) Firenze Ani. e Mod., T. V, pag. 169.
(177) Firenze Ani. e Mod., loco citalo.

Pianta del Buonsignori, chiesa di San Giuseppe.

 

Progetto per il nuovo campanile della Chiesa di San Giuseppe

 

Madonna del Giglio attribuita a Raffaellino del Garbo.

 

Crocifisso sagomato del XV e dipinto attribuito a Lorenzo Monaco

 

Santi di Tito, Miracolo di san Francesco di Paola, 1585-90 circa
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