Tesoriere

L'esazione delle imposte per le spese della Repubblica era affidata ad un tesoriere, il quale teneva registro esatto delle riscossioni e dei pagamenti. Chi bramasse fare delle ricerche, anche minutissime, a Siena, dove tutto è conservato con un religioso rispetto, non vedrebbe senza un sentimento d'ammirazione con qual perfetto ordine quella Repubblica veniva amministrata. Tutto vi è registrato: date di pagamenti, nomi di magistrati in carica, motivi dell'impiego del fondi: ogni cosa trovasi notata con una diligenza, la quale fa presumere, che il medesimo ordine doveva predominare in tutti quei piccoli Stati, i quali hanno potuto con sì tenui mezzi, ma sostenuti dal nobile disinteresse dei magistrati e dall'ardente amor di patria dei cittadini, lasciare alla posterità dei monumenti e degli edifizi pubblici, che sor prendono per la loro grandezza e magnificenza. Giovanni Villani, nelle sue Cronache, valuta le rendite della Repubblica di Firenze, verso l'anno 1336, a soli 300,000 fiorini. Nondimeno gli abitanti di quella città, pieni di desiderio di abbellire la loro patria, trovarono nella più savia economia dei mezzi sufficienti per innalzare quel maestoso Duomo, il quale fuori di san Pietro di Roma, non teme alcun altro rivale in Europa; i due pubblici palazzi, gli eleganti portici e tanti altri monumenti, che direbbonsi appartenere alla capitale di un potente impero. All'epoca medesima l'entusiasmo religioso ed i doni della più viva pietà fecero sortire dalle fondamenta e giungere al suo compimento nel decorso di sessant'anni, la magnifica chiesa di Santa Maria Novella, che Michelangelo, nella sua ammirazione, chiamava la Sposa. Eppure era altresì questa l'epoca delle intestine dissensioni, che dilaniavano lo Stato, e delle guerre accanite, che lo Stato medesimo dovette sostenere contro i Pisani ed i Lucchesi: ma Firenze non perì: che anzi seppe conservare la sua gloria e le proprie leggi anche in mezzo alle più forti turbolenze: nè le arti belle vi soffrirono detrimento alcuno. In seguito, mancata ogni energia nei cittadini, non bastarono tre secoli per terminare la cappella sepolcrale di una sola famiglia, malgrado le immense ricchezze dei Medici e di tutta la Toscana riunita.
Il tesoriere, di cui qui presento il costume, fu copiato dalla medesima pittura citata nell'antecedente numero. Ha il capo coperto da una specie di berretto di velluto nero: il mantello è rosso, e la veste è color di lacca colle maniche guernite di pelliccia. Sul banco vedesi il suo registro ed il forziere per rinchiudervi il denaro da lui riscosso. Questo costume e soprattutto l'acconciatura del capo, sembrano essere stati particolarmente in uso verso la metà del XV secolo.

Dottor Giulio Ferrario, Aggiunte all'Opera il Costume Antico e Moderno, Firenze, Per V. Batelli e Figli, 1837.

 

Il Tesoriere
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