Pico della Mirandola

Pico della Mirandola

Giovanni Pico dei conti della Mirandola e della Concordia, noto come Pico della Mirandola
(Mirandola, 24 febbraio 1463 – Firenze, 17 novembre 1494)

 

Fu un'anima profondamente cristiana., ma innamorata della sapienza e della bellezza de l'antica Grecia. Giovanni Pico della Mirandola ci appare come il prototipo di quei modernisti che, nelle epoche di transizione, qnando l'intelligenza, affinata dalla cultura, maggiormente si dibatte fra le braccia della fede, tentano le impossibili conciliazioni. Pico ebbe ne l'animo di riconciliare la filosofia greca con la religione cristiana, la bellezza degli antichi numi pagani risorti nelle statue disottenate, con gli spiriti e le forme della fede medievale che aveva il suo fiero ed intransigente campione in Girolamo Savonnrola. Il giovane principe nel Savonarola amò la fiamma religiosa ond'gli stesso era acceso, ma il domenicano non poteva comprendere l'amico; cercò di attirarlo invano nel suo ordine, trascinandolo verso il proprio ideale, mentre Pico era un libero cavaliere errante della Fede o della Filosofia.
Questo giovano principe venne in Firenze non ancora nmtcnno, e fu accolto dai Medici o da Marsilio Ficino nel loro cenacolo platonico.
Egli usciva ricco di una smisurata dottrina dallo studio di Bologna, era bello, dai modi cortesi , ed aveva gli occhi luminosi di sogni e di visioni; quasi lo Spirito fosse disceso su di lui, egli intendeva e parlava numerose lingue. In Roma si offerse a difendere novecento tesi filosofiche contro i più celebri maestri. Fu messa allora in dubbio la sua ortodossia, ed un suo libro proibito, e l'autore condannato, finche non lo assolse Alessandro VI nel 1493.
L'orazione composta da Pico per questo torneo filosofico ci è rimasta, e s'aggira intorno al tema della dignità umana. Ecco come per la bocca del giovane filosofo si afferma la nuova interpretazione della missione dell'uomo per comando divino: " Io ti ho collocato in mezzo al mondo, disse il Creatore ad Adamo, affinchè tu tanto più facilmente ti guardi attorno e vegga tutto ciò ch'esso contiene. Io ti creai non celeste e non terrestre, non mortale, ne immortale soltanto; finché tu sia libero educatore e signore di te medesimo, tu puoi degenerare sino a divenir bruto, e rigenerarti sino a parer quasi un Dio. I bruti portano con se dal grembo materno quanto ad essi fa d'uopo per conservarsi; gli spiriti superiori sono sin dal principio, o per lo meno subito dopo, ciò che saranno eternamente. Tu solo hai uno sviluppo, che dipende dalla tua libera volontà, e porti in te i germi d'ogni specie di vita". Così concepiva l'uomo Pico della Mirandola. Ed egli era nemico di tutte le superstizioni. Marsilio Ficino difendeva l'astrologia, e fece l'oroscopo ai figli de' Medici.
Pico invece scrisse la sua famosa confutazione dell'astrologia: Adversus astrologos, ove nella fede e che si presta all'influsso dei pianeti trova la radice di ogni empietà ed immoralità.
Pico della Mirandola fu diverso da tutti gli umanisti suoi contemporanei. Egli è l'unico che altamente abbia difeso i diritti della scienza e della verità in tutti i tempi, di fronte al predominio che si voleva dare al pensiero greco-romano.
Agli scolastici del medio evo egli fa dire: noi vivremo eternamente, non delle scuole dei compilatori di sillabe, ma nella cerchia elevata dei dotti, che non discutono più sulla madre di Andromaca o sui figli di Niobe, ma sulle ragioni arcane e profonde di ogni cosa umana e divina: ehi si avvicinerà un poco, vedrà che anche i Barbari avevano lo spirito (Mercurium) non su la liugua, ma nel petto.
Per questo filosofo mistico la parola era come l'involucro della crisalide; egli non credeva che nello spirito.
Camilla Rucellai, una profetessa savonaroliana, quando lo vide per la prima volta, disse ch'egli sarebbe morto precocemente, al tempo dei gigli. E sentendo la morte che sopraggiungeva, il giovine signore lasciò tutte le sue ricchezze a l'amico poeta Benivieni perchè le spendesse in opere di carità. Quando i gigli di Carlo VIII entrarono in Firenze, si spense l'anima di Giovanni Pico della Mirandola, e parve avverarsi la profezia della Rucellai. Nato nel 1463, Pico moriva nel 1494.
Piero Misciattelli, Personaggi del Quattrocento Italiano, Roma, Editore Gaetano Garzano Gaetano, 1914.
 

Giovanni Pico della Mirandola, Cristoforo Altissimo (?), Galleria degli Uffizi
 

Marsilio Ficino, Giovanni Pico della Mirandola e Agnolo Poliziano, ritratti da Cosimo Rosselli nella Cappella del Miracolo del Sacramento nella chiesa di Sant'Ambrogio

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