Firenze di Dante, free download

Firenze di Dante
la città - la storia - la vita
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Gli autori con queste pagine si sono proposti di rappresentare in linee sommarie che cosa fosse Firenze, città e società, ai tempi di Dante. Non inteso però di scrivere per gli eruditi} e i coltissimi; ma per chi, stimolato dalla curiosità’ e anche da un sentimento di amore per questo meraviglioso periodo di storia municipale e italiana, e per I’ uomo eccezionale che v’appartenne, non abbia poi né voglia né possibilità di apprestarsi da se tutti gli elementi necessari a ricomporre, sia pure approssimamene, il quadro dei tempi in cui Dante visse e operò.
Questo libro potrebbe esser documentato rigo per rigo: ma, dato il suo scopo, gli autori hanno rinunziato di proposito a minuti e continui richiami di fonti, che avrebber dovuto esser fatti quasi ad ogni frase. E si son contentati di segnare tutto insieme, in una nota bibliografica, le opere principali di cui si son giocati scrivendo.
Delle quattro parti, di cui il libro si compone, LUIGI DAMI ha scritto la prima e la terza, BERNARDINO BARBADORO la seconda e la quarta.
FIRENZE DI DANTE LA CITTÀ - LA STORIA - LA VITA DANTE
Firenze di Dante
La città - La storia - La vita
Dante
1921
Che cosa si deve intendere per "Firenze di Dante"
Per figurarsi a dovere la città di Dante, occorre sempre ricordare che ai tempi del poeta Firenze aveva subito da poco, e stava per subire di nuovo, trasformazioni edilizie radicali.
Una città vive come qualsiasi organismo. Le mutazioni sono continue; e ciascuna sua fase non è mai esclusivamente se stessa, ma porta, sempre in sé, più e meno, i ricordi di quello che è stato e i germi di quello che sarà; i quali concorrono anch' essi, fatalmente, a delineare la sua fìsonomia attuale. In ogni presente è sempre presente, se così posso dire, un po' di passato e un po' di avvenire. Ora il passato il presente e l’avvenire di Firenze, quando Dante la vide, non erano tre momenti mediocri e di pallidi caratteri, ma erano per una curiosa coincidenza i tre momenti massimi della storia costruttiva della città, ai quali solo un quarto di altrettanto importanza n'è seguito ai nostri giorni. Infatti nei secoli tra Dante e noi Firenze conobbe degli splendori non eguagliabili colla creazione di tanti monumenti che hanno un posto definitivo nella storia. Ma quanto a sviluppi dell'organismo totale nulla da paragonare ai tre momenti della Firenze dantesca; che per comodità e per una certa chiarezza si possono identificare colle sue tre cerchia di mura.
Il passato era rappresentato dalla città della prima cerchia: «Firenze dentro dalla cerchia antica». Le mura non esistevano più, ma la compagine era intatta, e questa vecchia città si individuava e si isolava nettissimamente agli occhi di Dante, non solo per i suoi caratteri costruttivi ma per i suoi caratteri municipali e morali. Edilizia e storia si fondevano nella sua fantasia: la città di Cacciaguida viveva ancora dentro la città di Dante. Il poeta stesso ce ne testimonia nei canti XV e XVI del Paradiso.
Il presente era rappresentato dalla città della seconda cerchia delle mura: la vera città di Dante. Ed il futuro della sua città fu per Dante percepibile «sensibilmente», in quanto ai suoi venti anni fu decretata e incominciata a costruire la terza cerchia, e avanti il suo esilio decretati e incominciati a fondare i più di quei monumenti che rimasero emblematici di Firenze.
Firenze del I" e del 11' cerchio delle mura, (dalla pianta di F. Bonsignori, 1583)
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